domenica 4 maggio 2014

Il tiro mancino del destino

http://www.nuovosud.it/cronaca-messina/messina-palermo-calciatore-del-due-torri-muore-un-incidente-11110




E' stata una settimana dolorosa e triste per tutta una comunità, a Milazzo. Il compito del cronista è arduo, di fronte a tragedie come quella che, sull’autostrada A-20, nei pressi dello svincolo di Patti, è costata la vita al ventiduenne calciatore del Due Torri Marco Salmeri, un giovane milazzese che non sono le ovvie enfatizzazioni della circostanza a definire il classico “ragazzo d’oro”. Un ragazzo benvoluto da tutti per la sua educazione e per la sua mitezza d’animo, che in fondo strideva con gran parte dell’ambiente nel quale si muoveva fin dalla più tenera età, sulla scia del padre, mezzala mancina delle squadre minori milazzesi. Era così gentile, la presenza di “Marchitto”, che paradossalmente questo ne aveva forse penalizzato il valore di calciatore dal sinistro pulito, ordinato e tecnico al tempo stesso, intelligente, sempre corretto. Forse per quel suo essere troppo mite, cioè, non era ancora esploso come un professionista del calcio a più alti livelli, anche per colpa vari di problemi fisici che lo avevano perseguitato, nella sua breve ma comunque gloriosa carriera da professionista “di fatto” (tre promozioni consecutive con la maglia della sua città, dalla Promozione allo sbarco, per la prima volta nella storia, nei professionisti “ufficiali”: con Marco sempre con addosso la maglia da titolare di mezzala sinistra). Chissà dove poteva arrivare, il buon Marco. Certo non si aspettava di finire soltanto, ed assurdamente, giù da un viadotto, di ritorno dalla penultima partita del campionato del suo Due Torri, al rientro dopo una lunga sosta per infortunio. Proprio lui, che forse per la sua solita timidezza aveva lasciato il posto davanti, nell’auto dell’incidente, guidata dal 24enne Michele Alizzi, al collega più anziano, l’altro milazzese Peppe Guido. E che forse anche per questo è finito sbalzato fuori come un proiettile, quando l’auto è sbandata improvvisamente. Non si aspettava, Marco, come nessuno di chi gli voleva bene, di chi lo conosceva e lo apprezzava, che la sua vita, ancora così verde, si chiudesse una strana domenica uggiosa di primavera,  troncata bruscamente –anzi, per la dinamica dell’incidente, si dovrebbe dire atrocemente- da un destino crudele. Che, dopo i tanti tiri mancini di Marco, stavolta ha deciso di tirarglielo lui, il tiro mancino. Di quelli che non lasciano scampo. Semmai, solo dolore, ricordi e rimpianti. Come avvenuto in altre occasioni purtroppo luttuose, allo Skarabeo n. 60 non resta che uscire in versione meno “giocosa”, astenendosi da dalle battute conclusive del “Dizionario” e dal “Volo”. Speriamo che il povero Marchitto, che anche chi scrive conosceva e apprezzava fin da quand’era un ragazzino, ora voli sulla fascia mancina, col suo sinistro, dividendosela con Andrea Fortunato e Josè Dirceu. Giusto per dirne due che sono scomparsi prematuramente e che ricordiamo sempre con affetto, anche se ora, come Marco, riservano il loro sinistro ai campi celesti.

fas