lunedì 23 marzo 2015

Presti che è tardi

PRESTI CHE È TARDI
Gli avvenimenti politici di questa settimana, a Milazzo, dicono solo una cosa: le trattative fervono dietro l’apparente calma. A parte Carmelo Formica (appoggiato ufficialmente dall’Udc), che già si sapeva che sarebbe sceso in campo, e che ha fatto parlare di sé per la proposta di spostare il depuratore di Ponente a Giammoro (si suppone abbia già risolto la cosa con amministratori e cittadini di Pace del Mela), recuperando così al suo meglio la costiera tipicamente balneare della città; a parte la sostanziale marcia indietro di Marano, che è stato letteralmente rovinato dalla lontananza della fine di settembre (data dell’incendio alla raffineria) dalle elezioni (al suo comizio non c’era nessuno, per cui il povero neo-ambientalista ha pronunciato le fatidiche parole di chi capisce la mala parata: “la città non ci merita”); a parte il ritrovato idillio di Giovanni Formica e Beppe Picciolo, alla faccia di primarie e feste (forzate) della democrazia, tanto che pare si sia pure scoperta una vaga cuginanza nel nome di comuni ascendenti sampietrini tra i due, che ormai sembrano come il Gatto e la Volpe (restando pur sempre da capire come distribuire i due ruoli tra loro); a parte il sostanziale fermo della palla (apparentemente) nel campo del sindaco uscente, dopo la netta vittoria della non-battaglia delle primarie, che fa prevedere anche una sua stra-vittoria, con la “presa” del simbolo, visto anche il repentino ripiego dell’ex diessino (e mala tempora currunt anche a Roma, per gli ex diessini) Formica sulla lista civica (peraltro perfino l’autorità suprema anti-corruzione Cantone parla di revisione della legge Severino, ormai, in senso non repressivo per i non condannati in via definitiva: e quindi nemmeno quel pretesto si potrebbe opporre a Pino); a parte la discesa in campo anche del Psi, con la giovane brunetta occhialuta dai lunghi capelli lisci Barbara La Rosa, oriunda mamertina che ha aperto la sede d’ordinanza in via Tre Monti, facendo almeno capire che la quota rosa sarà rappresentata, alle prossime urne (e innalzando un po’ il livello estetico di una competizione di facce scarsine); a parte le solite riunioni nei bar cittadini –quanti affari, per adesso!- dei raccoglitori di candidature per le liste che, anche dall’altra parte, si stanno formando (immarcescibile ai blocchi di partenza il solito, incorreggibile Lorenzo Italiano, che sotto traccia cerca di profittare dell’effetto-sommergibile, per riemergere dall’oblio ad hoc, alla faccia della sconfitta del 2010); a parte tutto questo, la cosa più rilevante in settimana pare sia stata la discesa in campo di Salvo Presti, anche lui a scavalcare le primarie e, di fatto, il Pd. Preceduta, questa discesa, da una lettera infastidita ai vertici del proprio partito –reo di non risolvere i contrasti locali-, ed in particolare ai propri referenti renziani. Gli stessi che si erano sostenuti fin dalla prima ora, con l’associazione ci cui Presti è l’espressione, il “Big Bang”. Ma quelli erano i tempi della rottamazione. Dello slancio civico, magari, come a Barcellona col movimento “Città Aperta”, che ha candidato, vincendo, Maria Teresa Collica. Ma quei tempi sono finiti, cari ragazzi (almeno politicamente questi lo sono tutti, ragazzi). Il Sistema ha rinserrato i ranghi, se non ve ne siete accorti. Col vostro ammirato Renzi, proprio così. E lui, carissimi, vi ha prontamente scaricato per andare sul sicuro, per puntare sui politici di vecchio corso. Su quelli che portano pacchetti di voti, che sanno come si forma il consenso, dalle nostre parti. Se prima vi aveva usato per scalare il Palazzo, il renzismo ora vi ignora. Ed infatti la lettera del regista è rimasta senza risposta: per cui lui, certo deluso, ha deciso di fare come l’ex rivale Formica, andando avanti con una civica. E chiedendo il voto d’opinione, evidentemente, quello desideroso di cambiare e di ringiovanire. Ma come, caro Presti? Non vedi com’è finita alla Collica in questi stessi giorni? Non vedi che il Pd l’ha fatta fuori (vorrei dire “anche a lei”)? Forse, caro Presti, per fare i paladini del cambiamento “dal basso” (diceva una volta Accorinti a Messina, anche lì tanto, tanto tempo fa) è un po’ tardi, no? O pensavi, o pensavate, forse che Renzi volesse questo davvero? Non avevate capito che era solo un ambizioso, ma più conservatore di uno di destra? Vabbe’, eravate inesperti, ve la passo: d’altronde si vede già da come siete stati “trainati” da Formica nella barzelletta delle primarie. Ma ora, se dovete fare quelli del cambiamento, quelli di sinistra davvero, fatelo pure: il tempo c’è. Magari, così, con una campagna elettorale aggressiva, rimediate alla mancanza di sostegno da parte dei portatori di voti del pagnottismo sempre imperante, compensate la vostra solitudine, e ve lo guadagnate davvero, qualche voto d’opinione. Però dovete fare quelli progressisti. Magari perfino di sinistra. Che faccio, mi metto l’anima in pace?

Pippo Lo Strummo 
(articolo pubblicato anche sulla rivista "Lo Skarabeo", formato Newsletter, n. 92 del 19.3.2015)

domenica 4 maggio 2014

Il tiro mancino del destino

http://www.nuovosud.it/cronaca-messina/messina-palermo-calciatore-del-due-torri-muore-un-incidente-11110




E' stata una settimana dolorosa e triste per tutta una comunità, a Milazzo. Il compito del cronista è arduo, di fronte a tragedie come quella che, sull’autostrada A-20, nei pressi dello svincolo di Patti, è costata la vita al ventiduenne calciatore del Due Torri Marco Salmeri, un giovane milazzese che non sono le ovvie enfatizzazioni della circostanza a definire il classico “ragazzo d’oro”. Un ragazzo benvoluto da tutti per la sua educazione e per la sua mitezza d’animo, che in fondo strideva con gran parte dell’ambiente nel quale si muoveva fin dalla più tenera età, sulla scia del padre, mezzala mancina delle squadre minori milazzesi. Era così gentile, la presenza di “Marchitto”, che paradossalmente questo ne aveva forse penalizzato il valore di calciatore dal sinistro pulito, ordinato e tecnico al tempo stesso, intelligente, sempre corretto. Forse per quel suo essere troppo mite, cioè, non era ancora esploso come un professionista del calcio a più alti livelli, anche per colpa vari di problemi fisici che lo avevano perseguitato, nella sua breve ma comunque gloriosa carriera da professionista “di fatto” (tre promozioni consecutive con la maglia della sua città, dalla Promozione allo sbarco, per la prima volta nella storia, nei professionisti “ufficiali”: con Marco sempre con addosso la maglia da titolare di mezzala sinistra). Chissà dove poteva arrivare, il buon Marco. Certo non si aspettava di finire soltanto, ed assurdamente, giù da un viadotto, di ritorno dalla penultima partita del campionato del suo Due Torri, al rientro dopo una lunga sosta per infortunio. Proprio lui, che forse per la sua solita timidezza aveva lasciato il posto davanti, nell’auto dell’incidente, guidata dal 24enne Michele Alizzi, al collega più anziano, l’altro milazzese Peppe Guido. E che forse anche per questo è finito sbalzato fuori come un proiettile, quando l’auto è sbandata improvvisamente. Non si aspettava, Marco, come nessuno di chi gli voleva bene, di chi lo conosceva e lo apprezzava, che la sua vita, ancora così verde, si chiudesse una strana domenica uggiosa di primavera,  troncata bruscamente –anzi, per la dinamica dell’incidente, si dovrebbe dire atrocemente- da un destino crudele. Che, dopo i tanti tiri mancini di Marco, stavolta ha deciso di tirarglielo lui, il tiro mancino. Di quelli che non lasciano scampo. Semmai, solo dolore, ricordi e rimpianti. Come avvenuto in altre occasioni purtroppo luttuose, allo Skarabeo n. 60 non resta che uscire in versione meno “giocosa”, astenendosi da dalle battute conclusive del “Dizionario” e dal “Volo”. Speriamo che il povero Marchitto, che anche chi scrive conosceva e apprezzava fin da quand’era un ragazzino, ora voli sulla fascia mancina, col suo sinistro, dividendosela con Andrea Fortunato e Josè Dirceu. Giusto per dirne due che sono scomparsi prematuramente e che ricordiamo sempre con affetto, anche se ora, come Marco, riservano il loro sinistro ai campi celesti.

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martedì 21 gennaio 2014

Milazzo supera Taormina (almeno nel calcio)

DUE A ZERO: il punteggio con cui il Città di Milazzo batte lo Sporting Taormina, capolista, grazie ai gol di Alosi e Cariolo su rigore, e attende di recuperare un incontro (quello col Castelbuono rinviato qualche tempo fa per maltempo): insomma ci sono tutte le premesse per riuscire a superare proprio i taorminesi, pur se di misura, in vetta alla classifica del girone B di Promozione, cercando il salto di categoria in Eccellenza.

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domenica 5 maggio 2013

Una "manita" saluta il Milazzo

"Manita", si chiama in spagnolo: sono le cinque scoppole che hanno salutato ingloriosamente il torneo sciagurato di Lega Pro del Milazzo, almeno al Grotta Polifemo. Ospite di turno è il Rimini, che non si risparmia nel caso la differenza reti, in un finale di stagione che la vede implicata nella lotta per evitare i play-off, possa contare. Dunque, via alla sagra del gol, coi ragazzini in maglia rossoblù, per di più senza i due centrali titolari (Maggio e Strumbo), nel ruolo di sparring-partner, dall'inizio alla fine non pervenuti, sia per motivazione che per sostanza tattico-tecnica. Il risultato parla chiaro: la prima rete di Baldazzi (22°, da centroarea dopo azione ficcante di Spighi da destra), una tripletta di Morga (33° in contropiede, 53° su rigore e 65°, con un pallonetto su azione di rimessa) e un sigillo del nuovo entrato Valeriani (87°, ancora con pallonetto su contropiede) riempiono il taccuino del cronista. Con un plauso anche per i quattro tifosi riminesi muniti di due bandiere biancorosse, che, per una trasferta già estiva, hanno scelto, a margine di un incontro senza storia, quantomeno un mare migliore del loro.

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domenica 21 aprile 2013

Un noioso pari di fine stagione

Il Milazzo pareggia a reti inviolate un incontro senza storia, contro un Mantova sazio della sua posizione di centroclassifica. I rossoblù, retrocessi ormai da tre settimane, non giocavano che per l'onore, cercando, ma solo in teoria, di ottenere la prima vittoria di una stagione scellerata. Certo, i ragazzotti di Tudisco non potevano sperare di vincere senza tirare mai in porta, ovviamente: solo Suriano, nella ripresa, ha provato un paio di volte a stuzzicare il portiere avversario, ma vanamente. Le uniche due conclusioni vere e proprie, in una contesa a dir poco compassata, sia sul piano del ritmo che su quello agonistico, sono state invece nel primo quarto d'ora, entrambe ad opera del Mantova (Pietribiasi al 3° e Pensalfini al 13°): in tutte e due i casi il portiere locale Tesoniero si opponeva con bravura ed anche un po' di fortuna. Al termine, i venticinque supertifosi mantovani accorsi al Grotta di Polifemo non potevano nemmeno consolarsi con il bel tempo primaverile, del tutto assente nel caso, data la giornata uggiosa: si avviavano dunque a risalire la penisola dopo aver fatto semplicemente incetta di sbadigli.

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domenica 7 aprile 2013

Speranze di vincere? A...Renate!

Non vince, il Milazzo, non c'è niente da fare. Ormai retrocesso matematicamente, il team di Tudisco poteva giocare rilassato, ma questo non è bastato a conquistare la prima vittoria del torneo contro un Renate in lotta per i play-off ma opaco per tutto l'incontro. Indubbio merito, alla fine, dei locali, che sfioravano il gol quattro volte nel primo tempo, prima di piegarsi ad un pallonetto di Gaeta, abile a sfruttare un "buco" della retroguardia rossoblù e battere Tesoniero. Il portiere mamertino era abile a deviare l'unico tiro in porta su azione, a parte il gol, di tutto l'incontro da parte degli ospiti, cioè una rasoiata di Zanetti, che veniva sventata in angolo, al 10° della ripresa. Di lì in poi gli slanci dei giovani milazzesi andavano acquietandosi, e la partita prendeva la sua piega definitiva, che somigliava a tante altre giocate dal Milazzo in casa: buone dal punto di vista dell'impegno e della corsa, ma con imperdonabili ingenuità e pause che hanno sempre provocato scivoloni fatali. Conseguenza: sconfitte, magari di misura, su sconfitte (siamo ormai alla ventesima nel torneo). Da notare che la formazione siciliana concludeva pure il match in dieci per l'espulsione, a un quarto d'ora dalla fine, di Strumbo, per doppia ammonizione. Al termine, comunque, il record negativo del Milazzo sembrava più vicino: altre cinque partite senza i tre punti e gli annali riporteranno questa stagione come imbattibile. Nessuna squadra potrà infatti superare il primato di nessuna vittoria in tutto il campionato.

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domenica 17 marzo 2013

Acqua alta per il Milazzo

Contro il Venezia, ancora una sconfitta casalinga di misura per il Milazzo, che continua l'astinenza dalle vittorie che ormai dura da inizio campionato (unica squadra tra i professionisti in Italia), e che rischia di tramutarsi in un clamoroso record negativo. Il gol che ha condannato la volonterosa ma modesta squadra locale è stato messo a segno dal giocatore ospite più esperto, il quasi 38enne Denis Godeas, di testa su cross di Campagna, al 17°. Le uniche palle-gol dei mamertini sono arrivate all'inizio con due conclusioni di Salustri e nel recupero, con una punizione di Suriano: per il resto, al Venezia è bastato controllare la partita, rischiando peraltro anche di segnare ancora (Tesoniero ha fatto miracoli su Bertolucci e ancora -due volte- su Godeas, nella ripresa), per portare a casa la vittoria. Ed ora, per il Milazzo è notte sempre più fonda. O, se si vuole, l'acqua -che la squadra fa dall'inizio del torneo- è sempre più alta.

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