Gli incipienti rigori della stagione che va declinando verso il pieno autunno invitano a indossare qualche indumento in più e lasciano in bocca l'amarostico sapore della bella stagione ormai perduta: così il Milazzo ha pensato bene, coerentemente alla metafora, di intristirsi e intristire, anche con due clamorosi rigori gettati alle ortiche, lo sparuto pubblico presente nel turno infrasettimanale al Grotta di Polifemo, lasciando disco verde all'Aquila e costringendosi, d'ora in poi, a indossare gli abiti più pesanti, sperando siano utili ad affrontare le peggiori bufere e tempeste preannunciate dalla prospettiva di un davvero problematico inseguimento alla salvezza. I timidi segnali di ripresa di Catanzaro sono subito smentiti, infatti, contro gli abruzzesi, che vanno in vantaggio al 2° con un tap-in di Giglio sulla respinta corta (ad opera di Croce con l'aiuto del palo) di un calcio di punizione battuto da Carcione. Solo sei minuti e il Milazzo può raddrizzare le sorti dell'incontro, ma il rigore di Bucolo, concesso per un mani in mischia ad opera di Garaffoni, è calciato con sciatteria addosso al portiere avversario. La partita si trascina povera di contenuti tecnico-tattici, con l'Aquila che controlla sornione i locali e qualche sprazzo di Proietti, che appare l'unico atleta degno di menzione tra i 22 in campo: sua la giocata più bella della partita, al 4° della ripresa, con una splendida conclusione di sinistro che costringe alla grande parata il portiere aquilano. Ma neanche Proietti riesce a frenare il placido volo dell'Aquila, pur avendo la più ghiotta delle occasioni per farlo a soli dieci minuti dal termine: il nuovo rigore, stavolta concesso per atterramento in area di Cuomo, risulta un sordo tonfo tra le braccia del portiere ospite. E lo stesso sordo e cupo impatto sembra avere questa sconfitta sul destino del campionato di un Milazzo sempre più piccolo.
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mercoledì 28 settembre 2011
domenica 18 settembre 2011
Il Milazzo è senza benzina, l'Aprilia...non accelera
Triste match al Grotta di Polifemo in una bella giornata ancora estiva in cui solo pochi coraggiosi hanno avuto voglia di sostenere il Milazzo, alle prese con la coinquilina dell'ultimo pianerottolo della graduatoria, l'Aprilia, unica formazione ancora a zero punti del torneo insieme ai mamertini. Una partita di rara inconcludenza, in cui i locali hanno mostrato gravi lacune non solo tecniche (portiere e attaccanti urgono), ma soprattutto psicologiche. I rossoblù sono sembrati mosci, impauriti, nervosi, asfittici. Gli ospiti, invece, non hanno fatto più di tanto per vincere, accontendandosi del pari. Pochissimi i tiri in porta: Fiore, Spilabotte e Proietti (che resta il migliore dei suoi, ma solitamente predica nel deserto) potevano segnare, ma di fatto non hanno mai impensierito il portiere avversario. L'esito è stato uno zero a zero che rimarca solo il coraggio dei pochi presenti sugli spalti: non solo per l'aver saputo contrastare la generale diffidenza verso il Milazzo della tifoseria rossoblù, ma soprattutto per aver preferito un simile "spettacolo" ad un bel pomeriggio di mare.
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domenica 11 settembre 2011
Il Milazzo stecca la prima
Un gol per tempo (Orlando al 34°, su dormita della difesa locale, e Scarpa alla mezz'ora della ripresa, al termine di un perfetto contropiede) e la Paganese liquida la pratica Milazzo con merito, mettendo a nudo le inadeguatezze di una formazione mamertina che è sembrata fragile in difesa, sterile a centrocampo e addirittura goffa in attacco. Tutto così male, per il locali, capaci di andare al tiro solo nella ripresa con un lungo pallone calciato da Benci dalla distanza e ben parato da Petrocco, che si deve pensare che questo non sia il vero volto degli uomini (ma sarebbe meglio dire ragazzi, vista l'età media) di Amura. Il quale, poi, ci ha messo del suo, relegando Proietti, il giocatore più tecnico e pericoloso dei rossoblù, in panchina per tutto il match, e togliendo al 46° l'altro esterno Quintoni, il cui avvolgente sinistro serebbe stato utilissimo per imbastire qualche manovra credibile in una ripresa che è stata davvero inguardabile. Addirittura sconcertanti le prestazioni di Mangiacasale, incapace di azzeccare un cross, e degli attaccanti tutti, sembrati molto al di sotto della categoria. In casa mamertina si spera nel ricorso storico: anche lo scorso anno si cominciò malissimo, ma poi si raggiunsero i play off. La Paganese, incitata da una cinquantina di tifosi giunti dalla Campania con tanto di striscioni e cori, invece dimostra, anche nell'attaccamento della tifoseria ai colori sociali -freddo l'apporto dei solo 400 spettatori del posto, "orfani" degli ultras in rotta con una società giudicata troppo distante dalla città-, di avere altro entusiasmo ed altra organizzazione.
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