domenica 18 marzo 2012

Milazzo, pari con rimpianto

Come sarebbe finita Milazzo-Arzanese, se il Milazzo non avesse giocato dal 15° del primo tempo in dieci, per lo stolto gesto di Malafronte che, messo in campo per l'improvvisa indisponibilità di Chiaria infortunatosi nel prepartita, sciupava l'occasione di poter tornare importante per i mamertini e si faceva buttare fuori? Come sarebbe finita se Mascolo, a soli undici minuti dalla fine del match, non avesse deviato un cross di Sandomenico in modo rocambolesco, sorprendendo Messina e portando in vantaggio, del tutto immeritatamente, gli ospiti? Come sarebbe finita se gli avanti rossoblù, soprattutto nella ripresa, fossero stati più precisi (Quintoni, Nicastro e Fiore innanzitutto)? Probabilmente il Milazzo avrebbe vinto di goleada. Perché stavolta la partita dei locali è stata ottima: determinata, veloce, compatta, la squadra di capitan Bucolo ha però peccato di poca precisione nelle conclusioni -e di poca fortuna- ed è quindi stata costretta a giocare sempre in salita, cercando di recuperare sempre: rispetto all'inferiorità numerica impostale dalla reazione inconsulta a gioco fermo su un avversario da parte di Malafronte; ancora, rispetto al vantaggio campano al 34° con Manzo su punizione; infine, rispetto al nuovo e inopinato vantaggio già descritto, ad opera di Mascolo. La prima volta il pari era stato acciuffato dal generoso Scalzone su un rigore concesso per atterramento dello stesso centravanti in area (40°), poi, quando l'Arzanese era del tutto scomparsa dal campo (sul quale peraltro è comparsa comunque solo a sprazzi nella prima frazione, dopodiché il buio), il secondo pari era opera di Nicastro (solo un minuto dopo l'1-2 arzanese), nuovo entrato come Fiore, autore dell'assist-gol e di molte altre giocate preziose. La rincorsa continua giocava i suoi scherzi nella seconda parte del match, con le reti clamorosamente sbagliate che si diceva. Alla fine, il punticino muoveva comunque la classifica, ma lasciando ovvi rimpianti.

fas

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