Il gioco di parole del titolo richiama il felice esito della faticata contro il fanalino di coda Celano che il Milazzo ha dovuto fare per arrivare, di fatto, alla salvezza in questo torneo cominciato in modo molto sofferto ma piano piano riemerso dalle secche della bassissima classifica, per attestarsi su un livello non eccelso ma dignitoso. Come dignitosa è stata la prestazione del Milazzo in questo secondo turno casalingo in tre giorni, complice il recupero del 25 aprile che vedeva la formazione di Catalano e Trimarchi contrapposta ad un'avversaria che si supponeva più remissiva. Invece il Celano non solo è andata in vantaggio con un preciso colpo di testa da sottomisura di Croce su bel cross di Granaiola, ma soprattutto non ha mollato di un centimetro, tanto che gli ospiti perdevano al 35° Puntoriere, per l'eccessivo agonismo (e per l'aggiunta di una dose di follia, che lo ha portato ad un'inutile scorrettezza a gioco fermo su Cucinotta). In dieci contro undici, gli abruzzesi pungevano di tanto in tanto, con belle conclusioni da lontano, ma tendevano sempre più a subire i rossoblù. i quali, dopo gli inizi balbettanti e un po' sorpresi dallo svantaggio subito, collezionavano palle gol su palle gol, con Chiaria e Scalzone sugli scudi, riuscendo, soprattutto nella ripresa a schiacciare letteralmente i biancazzurri. Proprio Chiaria era l'autore della rete del pari, arrivato su iniziativa del neo-entrato (nell'intervallo) Mangiacasale, che ha vivacizzato parecchio il ritmo dei suoi. Un rasoterra sull'uscita del portiere rincuorava i mamertini, che si avvicinavano moltissimo almeno altre tre o quattro volte alla rete, impegnando il portiere avversario Liverani in vere prodezze (specie al 40° ed al 44° sui citati Scalzone e Chiaria). Sempre i due attaccanti locali erano protagonisti dell'azione che, al 3° di recupero, portava Scalzone ad essere lanciato a rete ed atterrato in area da Rapino. L'espulsione di Rapino e la concessione del calcio di rigore, freddamente trasformato da Chiaria, che "vendicava" il recente errore commesso dal dischetto col Fondi, chiudevano sostanzialmente il match. E, probabilmente, i patemi di stagione del Milazzo.
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mercoledì 25 aprile 2012
domenica 22 aprile 2012
Tanto attacchi che...Fondi
Il titolo già dice tutto: il Milazzo, chiamato a conquistare, dopo il rotondo successo esterno di Isola Liri, la salvezza in un doppio turno casalingo in tre giorni, complice il recupero del match contro il Celano del 25 aprile, incorre in un mezzo passo falso contro il Fondi e non riesce così ad agguantare il team laziale che lo sopravanzava di tre punti in graduatoria. Eppure ha attaccato, il Milazzo: per tutta la partita, e soprattutto nella ripresa. Anche perché l'incontro si era messo male fin dall'inizio, con quel tipico gol dell'ex subito al 12° in seguito ad un esemplare contropiede finalizzato da Ricciardo. Ma il Fondi finiva lì. E cominciava invece il Milazzo, nel primo tempo più affannosamente, affidandosi soprattutto al vivace Scalzone (due buone occasioni fallite per lui, nella prima parte del match); nella ripresa, invece, a veementi folate, grazie anche all'importante apporto del subentrato Proietti, che si procurava al 20° un rigore calciato male, cioè addosso al portiere avversario, dal finora implacabile Chiaria. Era proprio Scalzone, al 35°, su assist di Quintoni da calcio piazzato, che siglava poi il meritato pari, prima che ancora Chiaria fallisse un clamoroso gol fatto a cinque minuti dal termine. Alla fine, mentre cresceva il caldo pre-primaverile e lo scirocco, il Milazzo tanto attaccava che aveva ormai fuso il motore. E allora, alla fine, andava pure bene un modesto pari, che comunque rappresentava sempre un risultato utile.
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domenica 1 aprile 2012
Milazzo: primavera...gelata
Il gelo del titolo è quello conferito ai circa 700 presenti al Grotta di Polifemo dal gol del pari, arrivato a soli tre minuti dalla fine, della Vibonese, avversaria di giornata in un Grotta di Polifemo per una volta piuttosto gremito. E dunque è stata una pesante occasione persa, per i mamertini, che peraltro non avevano brillato. Il tutto davanti ad un pubblico accorso in un numero che non si vedeva da tempo: spettatori attratti dal prezzo politico del biglietto (solo 3 euro), dall'importanza dello scontro diretto per non retrocedere e certamente anche dalla bella giornata di primavera. Ma il Milazzo deludeva le aspettative di buon calcio, rischiando anzi di subire il gol soprattutto da parte di Doukara, forzuto ed agile centravanti di colore ospite (34°). L'assenza di Scalzone e Malafronte si faceva sentire, in attacco, e i locali erano spesso improduttivi, anche complice un assetto tattico poco incisivo, che rendeva il motorino Bucolo un po' avulso dal gioco e Chiaria troppo solo davanti. La ripresa comunque vedeva il Milazzo farsi più insidioso: chiaria andava al tiro pericolosamente al 14°, e poi, dopo una traversa sfiorata dal calabrese Vitale un minuto dopo, al 25° l'appena entrato Vitale si inseriva bene su un lungo suggerimento di Cuomo, toccando quanto bastava per ingannare il portiere avversario. La reazione degli ospiti portava Visconti a sfiorare il pari già al 36°, e Doukara a siglarlo all'87°, dopo un grave errore in difesa di N'zè, che lasciava via libera a Corapi a sinistra. Il pallone veniva rimesso al centro dal piccolo trequartista vibonese, e toccato di testa in rete dall'opportunista Doukara. Mancava ancora qualche manciata di minuti, ma per i mamertini c'era ancora tempo di temere, addirittura, per le sorti del pari: solo un fallo da ultimo uomo, all'ultimo minuto, consentiva a Lanzolla di fermare Mazzetto lanciato a rete in contropiede. Il Milazzo finiva dunque in dieci e doveva considerare perfino guadagnato il punticino, apparentemente modesto, racimolato alla fine del match.
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