Un tre a zero a sfavore subito in casa farebbe notizia, in negativo, per qualsiasi squadra: per il Milazzo disastrato di questi tempi, invece, c'è quasi da esultare. Le tre reti con cui il Savona capolista (tutte nella ripresa: al 1° ed al 35° -su rigore- per merito del notevole Virdis, al 47° di De Martis) porta in Liguria l'intera posta in palio suonano infatti come un epilogo scontato per una squadra che non si allenava regolarmente ormai da settimane e che doveva giocare a porte chiuse, ancora una volta per problemi burocratici legati all'assenza della società. Eppure, per tutto il primo tempo la squadra rossoblù ha tenuto botta, facendo, per le buone cose fatte vedere, ulteriormente dannare i tanti tifosi arroccati sulla leggendaria rocca intestata al Ciclope, prodighi di cori, incitamento, fame di calcio "normale", dopo gli sfaceli da record seminati dall'ancor breve ma esiziale gestione della dirigenza Peditto, ormai uscente. Torneranno i Lo Monaco, magari per interposta persona? Si farà più presente l'avvocato Previti, padre del portiere (che, dopo essere stato ancora fra i migliori, la prossima settimana sarà appiedato dal giudice sportivo per l'espulsione rimediata in occasione del fallo da rigore commesso su Virdis nell'azione che preludeva al gol dello 0-2)? La nebulosa mamertina rimane piuttosto fitta. C'è di certo, però, che almeno si è giocato, e non con la Berretti. E soprattutto che Peditto è uscito dall'ormai celebre bagagliaio nel quale si era, peggio (o meglio?) che nei più rocamboleschi racconti d'appendice, ficcato per sfuggire le ire dei tifosi (e non era -ahilui- solo una metafora). Andando direttamente a casa, come lo invitavano a fare da tempo tutti i milazzesi interessati al pallone. Da adesso, si riprende a sperare.
fas
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